Sul Sentiero dei Briganti Pontelandolfo Casalduni

Descrizione

I Luoghi del Brigantaggio
Bacino sentieristico : Pontelandolfo, Casalduni

I fatti di Pontelandolfo e Casalduni, percorsi che fanno ripercorrere gli eventi e i luoghi dei due comuni del Tammaro - Titerno protagonisti di accadimenti sanguinosi susseguitisi nell'agosto del 1861 presso le Tali fatti rientrano nel più ampio contesto successivo all'Unità d'Italia nel quale, fra il 1861 e il 1865, il neo costituito Regno unitario mise in atto una decisa azione di repressione del fenomeno del brigantaggio meridionale. A innescare la spirale di violenza fu un'incursione brigantesca nei comuni di Pontelandolfo e Casalduni, alla quale seguirono dapprima l'uccisione di 45 soldati presso Casalduni, e infine la successiva rappresaglia militare che colpì i cittadini e gli abitati dei due paesi.
Il percorso prevede alcune tappe principali:
Pontelandolfo Piazza Roma, un tempo Largo Tiglio per la presenza di un tiglio secolare abbattuto nel 1956 per motivi di sicurezza. Questo fu il luogo della mattanza. Gli abitanti di Pontelandolfo che riuscivano a scampare al rogo delle case nel borgo, impossibilitati a fuggire per il presidio piemontese di tutte le vie d’uscita dal paese, inseguiti e inesorabilmente catturati, venivano portati in questa piazza e bruciati vivi.
Pontelandolfo Piazza Concetta Biondi. La giovanissima Concetta, ancora adolescente, rappresenta il simbolo del martirio di Pontelandolfo e di tutte donne del Sud all’indomani dell’Unità d’Italia. Inseguita dai barbari mercenari dell’esercito piemontese all’alba del 14 agosto 1861, che con la forza tentarono di usarle violenza, Concetta Biondi difese fino alla morte la verginità e l’onore. Venne squartata dalle lame delle baionette senza pietà nello scantinato della sua umile casa, in ginocchio, avvinghiata alle gambe del padre impietrito e impotente.
Casalduni largo Spianelle luogo dove i soldati piemontesi Giunti a Casalduni, ad istigazione del sindaco d’allora Luigi Ursini, furono fucilati Cessò il fuoco su di loro per opera del sacerdote Pasquale Erosino, che molti ne assolvette.